Centonove 14 Ottobre 2005 di Simona Arena

Ha cominciato a distillare con gli alambicchi del “piccolo chimico” e a soli 14 anni, Giovanni La Fauci è riuscito ad ottenere la sua prima grappa. Da quel giorno non si è più fermato e oggi nella sua distilleria a Fondachello Valdina distilla ogni anno 60 mila bottiglie tra grappa e acquavite. Ho imparato l’arte della grappa osservando mio nonno materno Alfredo, spiega Giovanni La Fauci, 45 anni imprenditore, ero incuriosito da tutte quelle boccettine di vetro e quelle spirali in cui passava il vino rosso prima di diventare trasparente. Una magia per gli occhi da bambino del quattordicenne La Fauci che lo ha spinto a capire il segreto di quell’arte magica. Così mi sono fatto regalare dai miei genitori la scatola del “piccolo chimico” e proprio nell’ultima pagina del libro degli esperimenti spiegavano come distillare la grappa, prosegue La Fauci, non mi rimaneva che trovare della vinaccia. Così ho spillato le botti da 20 litri che mio nonno custodiva in casa e sono riuscito ad ottenere la mia prima bottiglia di liquido trasparente, che ti bruciava la gola quando lo bevevi. Poi ho continuata a fare grappa come hobby, mi dilettavo a prendere la vinaccia dei viticoltori locali e trasformarla in acquavite o in grappa. Nel 1980 ho incontrato Carlo Hauner, che famoso nel campo dell’enologia per le sue tecniche di vinificazione della Malvasia, ha voluto che provassi a fare della grappa con le vinacce delle sue uve. Me le ha regalate in cambio ha voluto solo che gli facessi assaggiare il prodotto finale. Mi ricordo che in tutto riuscì a distillare 32 bottiglie di grappa, ma quel provino con le malvasie di Hauner mi aprì altre e numerose porte in questo settore. A cominciare dall’incontro con Luigi Veronelli, che sulla scia di Hauner portò a La Fauci le sue vinacce per trasformarle in grappa. Il suo primo ordine fu di 300 bottiglie e questo mi convinse che il mio hobby cominciava a prendere sempre più piede nel 1987 creai la distilleria Giovi. Le materie prime che distilliamo provengono solo dal miglior panorama vitivinicolo siciliano. L’alambicco, un antico Zadra, è un discontinuo a bagnomaria, modificato in alcune parti dal Mastro distillatore Giovanni La fauci, per essere adattato alle sue esigenze. La vinaccia contenuta nell’alambicco viene riscaldata lentamente per portarla alla temperatura necessaria per l’evaporazione dell’alcool. Le materie prime distillate provengono dalle migliori cantine siciliane; la frutta viene reperita dalle coltivazioni che si trovano sulle pendici dell’Etna, le vinacce provengono da Pantelleria, dalle Isole Eolie, dai territori di Marsala, da Noto. Caratteristiche della grappa e acquavite Giovi sono l’inalterata freschezza e il bouquet di aromi che le uve e la frutta utilizzata mantengono nonostante il processo di distillazione. La Fauci con grappa e l’acquavite Giovi ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali. La grappa Moscato di Pantelleria ha vinto la manifestazione “L’alambicco d’Oro 2000” di Vienna, stesso riconoscimento conquistato con l’acquavite di fichidindia insieme alla medaglia di bronzo del concorso mondiale di Bruxelles 2001. I riconoscimenti si estendono ad ogni singolo prodotto che viene fuori dalla creatività e grazie alla naturale arte magica del Mastro distillatore che può competere con i migliori distillatori piemontesi, veneti e friulani. 

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