Una delle peculiarità del Maledetto Toscano è stata, da sempre, quella di sottolineare la qualità di prodotti che la grande distribuzione in genere ha snaturato, facendone perdere i canoni primari della tipicità del prodotto e le fragranze che dovrebbe esprimere. Il prodotto che noi vogliamo rivalutare, in questo caso, sono i distillati di acquavite d’uva. Capovilla e Giovi guidano la schiera dei grandi distillatori: distillare, per loro, è soprattutto frutto delle rispettive emozioni e preservare la tipicità del prodotto alla ricerca di profumi scomparsi, facendo un’opera di ricerca di prodotti della tradizione italiana scomparsi dalla nostra memoria e a volte addirittura sconosciuti. Non credo di esagerare, dicendo che i profumi delle loro acquaviti potrebbero essere presi come metro di paragone del prodotto in natura: l’alcol non prevale mai sul frutto, anzi ne esalta gli aromi. In passato ho sempre diffidato di prodotti aromatizzati, ma di fronte a questi capolavori di distillazione non mi posso che inchinare e rendergli tutto il valore della loro espressione. Per fissare questo momento, abbiamo pensato di proporre come sigaro il Toscano Extra Vecchio, la massima espressione del sigaro italiano. Un sigaro straordinario: considerando che noi del Maledetto Toscano lo abbiamo tenuto cinque anni a maturare in un armadio termo-umidificato a 18° di temperatura e al 72% di umidità, l’anno di confeziona tura del sigaro era 1999. In questo incontro con sapori e profumi abbiamo selezionato due acquaviti. Della prima è artefice il Mastro distillatore Giovanni La fauci. Ha costruito la sua distilleria nel 1987, a Valdina, in provincia di Messina, chiamandola distilleria Giovi. Il frutto del primo distillato proviene dalle pendici dell’Etna e racchiude tutti i caratteri che la terra siciliana ci trasmette. Persistenza ed eleganza sono la forza di quest’acquavite. Annusando e degustando con gli occhi chiusi un piccolo sorso di acquavite di fichidindia dell’Etna, ci sembra veramente di vivere quei luoghi incantati. Premiato nel 2000 con l’Alambicco d’Oro, il secondo prodotto è un’acquavite di melograno. La zona di provenienza di questo frutto rarissimo da reperire sono le pendici vulcaniche dell’Etna: solo sei contadini coltivano il melograno e per ottenere mezzo litro di prodotto occorrono 16 chilogrammi di melograno. Gli aromi che racchiudono il profumo del suo fiore e il sapore del suo frutto sono intensi e delicati. Il terzo prodotto è un’acquavite di carruba, sicuramente il prodotto che più ci è rimasto impresso in degustazione. La Carruba è un legume commestibile, frutto del carrubo, albero sempreverde. Distillato fine ed elegante, trasmette profumi di frutta appassita e di tabacco, con lievi sentori di pesca matura. Non capita spesso di soffermarci sui profumi quotidiani, perché la vita frenetica spesso ci fa ignorare fragranti profumi, assorbendo completamente i nostri sensi e facendoci dimenticare certe sfumature piacevoli. Eppure, molti nostri ricordi sono legati proprio ai profumi: capita molto spesso, infatti, che un’essenza ci faccia ripercorrere momenti piacevoli della nostra vita. Cerchiamo, quindi, di non anestetizzare i nostri sensi e godiamo dei profumi come il carrubo e il sigaro Toscano, profumi di intensa fragranza.